La vera erba gattaia (Nepeta cataria) è un’erba gradevolmente profumata, utilizzata in Europa fin dai tempi dei romani; nel Medioevo le foglie venivano frequentemente usate per aromatizzare la carne, e i suoi germogli freschi si mangiavano con l’insalata.
Originaria dell’Inghilterra, viene impiegata a scopi terapeutici sin dal XVIII secolo. Non deve essere confusa con la varietà da giardino (Nepeta mussinii), che non possiede le stesse proprietà curative e che cresce in modo del tutto diverso.
Il suo nome deriva dalla sua particolare caratteristica di attirare i gatti: nei felini infatti produce prima uno stato di eccitamento e poi un totale rilassamento; i gatti adorano il profumo di questa pianta, ma spesso non si limitano a sniffare il suo odore, bensì ne masticano le foglie e poi, come inebriati, si rotolano freneticamente nei cespugli.
Gli uomini purtroppo non sono così fortunati e anche se stessimo tutto il giorno ad aspirarne l’aroma, non potremmo ottenere gli effetti stupefacenti che ottengono invece i nostri amici a quattro zampe. Tutte le varietà hanno un forte aroma di menta che attrae non solo i gatti, ma anche gli insetti, come bruchi e cavallette, che si nutrono delle sue foglie. Una volta propagata comunque riesce a sopravvivere nonostante gli insetti e si rinvigorisce dopo ogni loro “attacco”.
L’erba gattaia cresce spontanea sui terreni calcarei di molte regioni dell’Europa e dell’Asia; nell’America del Nord è una pianta comune nei giardini, dove si diffonde spontaneamente. Chiamata anche “erba gatta” o “nepeta”, appartiene alla famiglia delle labiate ed è un’erbacea perenne con corta radice a fittone e alto fusto ramoso, che raggiunge il metro d’altezza, con foglie e fusto ricoperti da una lanugine biancastra.
Le foglie sono opposte, ovali e con margine dentato; i fiori, bianchi con puntini rossi, sono riuniti in spighe e compaiono in estate. Si può coltivare agevolmente, per seme o divisione.
Nell’ambito della medicina naturale essa è notevolmente utilizzata, in quanto possiede proprietà emmenagoghe, sedative, toniche e tossifughe; è ricca di olio essenziale e tannino.
È possibile assumerla attraverso un infuso, per curare la febbre, il raffreddore e la tensione nervosa (in passato veniva largamente usata per combattere gli attacchi isterici); sovente viene abbinata alla melissa, in tisane molte efficaci contro l’insonnia (soprattutto infantile). Per arginare la diarrea, si può usare l’infuso come rimedio esterno, attraverso clisteri.
In cucina vengono utilizzati i giovani getti primaverili, che possono essere preparati crudi in insalata, e le foglie, le quali possono venir adoperate per insaporire, assieme ad altre verdure, zuppe e minestre.