Originaria dell’Europa meridionale e dell’Asia occidentale, la rucola (nome botanico: Eruca sativa), chiamata anche “ruchetta”, è molto conosciuta in Italia, in Francia e in Egitto: è accertato che il consumo delle sue foglie fresche costituisca un valido aiuto in caso di impotenza sessuale.
Sin da tempi remoti, è stata consigliata o vietata a causa delle sue virtù afrodisiache e sia le foglie che i semi venivano utilizzati come aroma dai romani ed erano diffusi in Gran Bretagna durante l’epoca elisabettiana.
Secondo i sapienti monaci medievali, la rucola possiede una modesta proprietà calorifica; essi asserivano che consumarne durante i pasti facilitasse in modo notevole la digestione; inoltre, unita al miele, sembra purificasse le macchie della pelle e addirittura potesse eliminare dal viso le lentiggini.
Anticamente la sua radice veniva lessata, tritata e applicata sulle ossa spezzate per estrarne i frammenti, mentre i suoi semi venivano aggiunti al vino rosso per curare i morsi velenosi.
Una curiosa leggenda risalente al Medioevo racconta che quest’erba, assunta in abbondanza con vino, renda insensibile ai colpi di verga! Appartenente alla famiglia botanica delle crucifere, la rucola è una pianta erbacea annuale, con fusto eretto alto circa 20-40 cm e foglie diversamente incise; i fiori sono bianchi con sfumature viola e compaiono in primavera e in estate.
È una pianta rustica, che può si può trovare anche allo stato selvatico lungo i bordi delle strade, nei prati incolti, preferibilmente in posizioni solatie. Viene comunque sovente coltivata in varietà selezionate per il piacevole aroma delle sue foglie; si è notato che le varietà coltivate hanno un sapore decisamente più blando rispetto a quelle selvatiche. La rucola è altresì molto usata in ambito terapeutico per le sue proprietà aperitive, diuretiche, antiscorbutiche ed emollienti.
Le parti utilizzate per scopi fitoterapici sono essenzialmente le foglie più tenere (raccolte a partire da maggio fino ai primi geli), le radici ed i semi. Aggiunta per aromatizzare le insalate verdi, stimola in modo efficace la ripresa dell’organismo in caso di astenia, debolezza psicofisica e convalescenza. Al fine di realizzare una cura diuretica e disintossicante, può essere consumata quotidianamente per periodi di almeno 20 giorni.
Come rimedio per uso esterno può invece venir impiegata per disinfettare e cicatrizzare le ferite e, assieme alla bardana e alle radici di ortica, è un ingrediente essenziale per la composizione di una lozione in grado di pulire il cuoio capelluto in caso di seborrea.
Nella regione del Lazio, questa pianticella è detta “rughetta” e si presenta in una varietà particolarmente piccante, con foglie sottili e lanceolate: si dice che la migliore sia quella che cresce tra le rovine romane; in Veneto è invece semplicemente chiamata “rucola”, con foglie più tondeggianti ed un sapore meno piccante.