I fiori della primula (nome botanico: Primula officinalis) hanno un profumo assai dolce e delicato e, in tempi remoti, venivano utilizzati per aromatizzare il vino e preparare gustosi infusi dal blando potere soporifero; venivano anche usati freschi nelle insalate come decorazione naturale.
Attualmente, in cucina, vengono usate anche le sue foglie, che possono venir gustate da sole o in combinazione con altre verdure in insalata (per esempio alla sera, con la lattuga, per agevolare il sonno) o in minestre. Questi fiori in Europa annunciano la rinascita primaverile e sono tra i primi a comparire sul finire della stagione fredda: per questo motivo viene anche chiamata volgarmente “primavera odorosa”.
Appartenente alla famiglia botanica delle primulacee, la primula è un’erba perenne, dal rizoma piccolo e biancastro, ricco di radichette; le foglie sono ovali, rugose, allungate e disposte a rosetta: esse sono picciolate e percorse da nervature.
I fiori sono di color giallo intenso e formano infiorescenze ad ombrella; il frutto è una capsula chiusa nel calice. Si tratta di una pianta spontanea molto diffusa, frequente nei boschi, lungo i ruscelli e, in generale, nei terreni calcarei. Viene anche coltivata nei giardini in varietà selezionate, come pianta ornamentale, in virtù dei suoi colorati fiori primaverili.
Essa contiene notevoli principi attivi: saponina, enzimi, vitamina C, sali minerali, olio essenziale e acido salicilico. Per questo la primula viene considerata una pianta officinale molto importante, dalle proprietà leggermente sedative, vulnerarie, calmanti ed espettoranti.
Le parti usate in campo fitoterapico sono essenzialmente le foglie, raccolte prima della fioritura, i rizomi, raccolti in inverno, ed i fiori con il calice, colti prima che si schiudano. La primula viene utilizzata sotto forma di decotto (preparato con il suo rizoma), per combattere la bronchite e l’asma bronchiale e mediante infuso, in casi di nervosismo, insonnia, emicrania e raffreddore.
Per contrastare l’influenza, è possibile preparare agevolmente un infuso, facendo bollire mezzo litro d’acqua con 20 grammi circa di rizoma; se ne devono assumere 3 o 4 tazze al giorno. Come medicamento per uso esterno la primula è invece utilizzata per lenire le contusioni e i dolori muscolari, imbevendo delle compresse con il decotto delle sue radici (nella quantità di circa 100 grammi per ogni litro d’acqua),e applicandole dunque sulle parti doloranti.
Il cataplasma preparato con le sue foglie tritate e con il loro succo è ottimale su piaghe e ferite, mentre l’impiastro caldo di radici (circa 100 grammi) è molto efficace in caso di reumatismi.
Occorre fare una particolare attenzione all’olio essenziale di primula, in quanto alcuni soggetti possono risultare allergici a questo componente attivo e sviluppare quindi orticarie, eritemi e fastidiose irritazioni agli occhi, qualora venissero a contatto con questa pianta.