Originaria del Mediterraneo, la maggiorana (nome botanico: Origanum majorana) era utilizzata dagli antichi egizi, dai greci e dai romani, non solo come erba aromatica, ma anche e soprattutto come erba medicamentosa, in virtù del suo potere terapeutico rispetto ad una vasta gamma di indisposizioni, tra cui il semplice raffreddore e le infiammazioni della gola.
Questa pianta venne importata in Inghilterra dai romani e fu coltivata durante tutto il Medioevo per il suo profumo e la sua bellezza. Prima della scoperta del luppolo, era addirittura usata come ingrediente essenziale nella produzione della birra e, fatta seccare a dovere, sostituiva il tabacco.
Oggi cresce selvatica in Messico e in alcune zone dell’America del Sud, dove si è propagata dal nord, in quanto importata dai Padri Pellegrini; attualmente, essa cresce spontaneamente anche in Algeria, Tunisia e in alcune regioni dell’Egitto.
Molto ricca di vitamina C, contiene anche olio essenziale, tannini, acido rosmarinico e principi amari; la maggiorana è aromatica, amara, antispasmodica, espettorante e sedativa.
Malgrado le svariate e notevoli proprietà medicinali, essa, oggigiorno, viene raramente usata a scopi curativi; è possibile comunque assumerla sotto forma di infuso (nella quantità di circa 5 grammi di cime fiorite per ogni tazza d’acqua) e tintura per combattere il nervosismo, l’emicrania, le nevralgie, il mal di denti, le mestruazioni dolorose e la digestione difficile.
Come rimedio esterno è impiegato l’olio o l’infuso (da frizionare sulla parte interessata), contro dolori reumatici e nevralgie (a questo proposito è possibile utilizzare anche la pomata di maggiorana); il vapore del suo infuso, inalato, può essere molto efficace in caso di raffreddore e catarro; infine, l’olio essenziale viene largamente utilizzato anche in profumeria.
Tuttavia occorre non assumere la sua essenza in forti dosi, in quanto presenta una marcata azione antispastica (ossia favorisce il rilassamento della muscolatura, soprattutto digestiva e respitatoria).
Le parti utilizzate in fitoterapia e in gastronomia sono i rametti e le sommità fiorite, che vanno essiccate in luogo ombroso, asciutto e ventilato. Appartenente alla famiglia delle labiate, la maggiorana è una pianta perenne alta dai 15 ai 40 cm, dal fusto eretto, con foglie ovali; i fiori sono piccoli, di colore bianco o rosato, raccolti in spighe globulose.
Il suo aroma, simile a quello dell’origano e del timo (anche se più dolce), è particolarmente ricercato in cucina per insaporire minestre, verdure, stufati, carne e conserve. Questa erba aromatica si può aggiungere a qualsiasi piatto in cui si userebbe il timo, ma avendo un profumo più delicato che si perde facilmente con la cottura, è consigliabile aggiungerla pochi istanti prima di spegnere il fuoco, oppure in piatti di rapida cottura come l’omelette.
Praticamente viene usata in ogni paese europeo e in quei paesi la cui cucina è basata su quella europea; non trova invece largo impiego in Oriente.