Secondo Dioscoride, la polvere di enula campana (nome botanico: Inula helenium) era ottima per lenire la tosse e liberare i polmoni e, nella Grecia antica se ne preparava un vino medicinale aggiungendo la radice della pianta direttamente al mosto.
Durante il Medioevo si riteneva che quest’erba possedesse proprietà umide e calde: sotto forma di decotto, si credeva provocasse le mestruazioni ed avesse proprietà diuretiche e lassative. La radice tritata, invece, veniva applicata dai sapienti monaci erboristi di quel tempo sulla coscia per curare la sciatica; il decotto preparato con le sue foglie, assieme al vino, era un toccasana per i reni, in caso di nefrite. In passato, inoltre, i preparati a base di enula campana erano somministrati a chi si pensava fosse impossessato dal demonio e soffriva di incubi e di ossessioni.
Originaria dell’Europa e dell’Asia settentrionale, si è poi ben acclimatata anche in America: appartenente alla famiglia botanica delle composite, si tratta di una pianta dotata di un fusto robusto ed eretto ( che raggiunge un’altezza di circa 90-120 cm), con foglie basali grandi, dentate e picciolate e foglie superiori più piccole e senza picciolo.
Ha fiori gialli, simili alle margherite di campo, che compaiono in estate. Non si trova molto frequentemente in Italia e cresce spontanea in pianura e in collina, in luoghi freschi ed umidi, vicino a siepi, boschi e fossati. Si può coltivare facilmente in giardino ed è considerata altresì un’elegante pianta ornamentale. Chiamata anche “inula” o “viola campana”, l’enula campana (Inula helenium) non va confusa con la salicornia dorata (Inula crithmoides) e con la baccherina (Inula conyza).
Attualmente viene spesso utilizzata in medicina naturale, soprattutto per il suo contenuto di inulina, un polisaccaride simile all’amido molto usato per la preparazione di alimenti dietetici, destinati in particolare ai diabetici: la parte utilizzata a tale scopo è la grossa radice, amara e aromatica, la quale deve essere raccolta da piante che abbiano già 2 o 3 anni; deve essere tagliata a pezzi e fatta essiccare al sole.
Oltre a ciò, questa pianta ha proprietà calmanti, espettoranti, diaforetiche e diuretiche, come gli antichi avevano già mirabilmente compreso.
Oggigiorno viene assunta mediante tintura, estratto fluido, decotto e infuso della radice, per combattere le affezioni bronchiali e la tosse, e per aumentare la diuresi in caso di disfunzioni epatiche e renali.
Considerando il suo sapore molto acre, si consiglia di dolcificare sempre le tisane di enula campana con del miele. Come rimedio per uso esterno, è invece possibile utilizzarla attraverso impacchi preparati con il decotto o mediante unguenti, per contrastare il prurito in caso di eczema o herpes.
In cucina il suo uso è quasi nullo, se si eccettua che, nei primi decenni del 1900, veniva utilizzata per aromatizzare alcuni dolci.