Il Buon Enrico, ovvero il Chenopodium bonus Enricus L., è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Chenopodiacee e deve il suo nome non tanto a qualche sua particolare proprietà, quanto al fatto che Carl Nilsson Linnaeus, il medico naturalista svedese, padre della moderna classificazione scientifica degli esseri viventi, diede alla pianta in onore di Enrico IV di Navarra, chiamato dai Francesi il Re Buono.
Linnaeus, che dopo aver acquisito un titolo nobiliare divenne Carl von Linné, è più spesso conosciuto come Linneo: la sua iniziale, L., spesso segue i nomi scientifici nei cataloghi di classificazione con nomenclatura binomiale delle più svariate specie.
La pianta, denominata da Linneo, deve la prima parte del nome alla forma particolare delle foglie: Chenopodium, infatti, deriva dal greco chén, che significa oca, e dal greco podòs, che significa piede.
La definizione e la introduzione della nomenclatura binomiale da parte di Linneo, ha introdotto un modo nuovo, e tutt’ora in uso, metodo di classificazione degli esseri viventi, tramite una sistematizzazione tassonomica in cui il primo nome definisce la famiglia, il secondo definisce la specie nella sua specificità.
Il buon Enrico è una pianta che cresce nelle zone incolte di luoghi montani, appennini ed alpi, e le sue proprietà principali sono antianemiche e depurative.
Il Bon Henrì, capo dei calvinisti francesi, una volta salito al trono dovette combattere per difendere sia il trono che la libertà di culto. Fu successivamente costretto ad abiurare, ma riuscì, con l’editto di Nantes, a dare libertà di coscienza e di culto agli ugonotti.
Linneo, protestante, gli fece omaggio del nome di questa pianta, sia in virtù delle grandi capacità di sopravvivenza della pianta stessa, che in virtù delle sue proprietà curative.
Come Enrico il Buono, il Buon Enrico cresce in situazioni difficili e duramente lotta per la sopravvivenza in un ambiente ostile, come Ernico il Buono, il Buon Enrico trae da questa dura lotta il modo per recare grandi benefici.