Con il termine botanicals, botaniche in italiano, si va ad indicare tutto quell’insieme di erbe, spezie, radici e sostanze aromatizzanti in genere da mettere in macerazione per conferire un preciso aroma.
Proprio per la loro origine naturale, sono spesso legati in modo indissolubile con la tradizione e la cultura del luogo dove vengono usati principalmente.
Solitamente si aggiungono dopo la distillazione del gin ma ultimamente hanno trovato un impiego molto più ampio, possiamo trovare sul sito di Giovanni Ceccarelli molti approfondimenti sulle botanicals.
L’uso dei botanicals nel gin
I principali botanicals che vengono utilizzati nella preparazione del gin sono:
- Il ginepro: deve essere presente per legge in quanto un gin senza ginepro non può essere definito gin. Si utilizzano i semi della conifera denominata Juniperus Communis per conferire un tipico sapore resinoso.
- Semi di Coriandolo: anche il coriandolo è molto utilizzato perché è in grado di apportate definite note speziate (a volte con dei sentori floreali) in grado di conferire intensità e corpo al distillato. È curioso come la loro provenienza influenzi notevolmente l’aroma che sono in grado di apportare. I semi di coriandolo provenienti dal Marocco hanno infatti un aroma più dolce e floreale. Quelli indiano sono più freschi e leggeri. Mentre quelli provenienti dalla Russia risultano essere più oleosi.
- Radici di Angelica: anche le radici vengono usate come botanicals. In particolare la radice di angelica viene adoperata per apportare secchezza al Gin. Ha inoltre un fondamentale ruolo nel processo di produzione del gin perché è in grado di legare tutti gli ingredienti dando il giusto equilibrio al distillato.
- Scorza di Agrumi: la scorza degli agrumi permette di aggiungere note fresche e acide. Non sono una botanica fondamentale ma viene largamente utilizzata, soprattutto nelle ricette più moderne.
- Iris Germanica: si tratta di una radice che permette di moderare la volatilità del gin, legando tra loro i diversi aromi e permettendo al gin di mantenere più a lungo integro il suo gusto.
Seguono cannella, liquirizia, mandorle, rosmarino, noce moscata, mirtilli, salvia, cardamomo, le fave di cacao, il biancospino… Non c’è proprio limite alla fantasia!
L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare regolamenta le botaniche
Data l’importanza e la varietà degli ingredienti utilizzati per aromatizzare distillati e cocktail, l’EFSA, ossia l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha optato per fornire informazioni scientificamente provate a chiunque voglia valutare la sicurezza degli ingredienti botanici. Non solo sono stati predisposti precisi piani di autocontrollo, ma sono anche stati realizzati due documenti fondamentali:
- Un primo documento con le linee guida sulla valutazione della sicurezza dei botanicals;
- Un compendio con tutti i prodotti botanici per i quali è stata avvisata la presenza di sostanze potenzialmente preoccupanti per la salute qualora usate in alimenti o integratori alimentari
L’uso dei botanicals
Il gin è sicuramente il protagonista assoluto quando si parlano di botaniche ma, è bene precisare, che si avvale di altrettanto validi comprimari!
Non è infatti l’unico distillato a trarre vantaggio dall’uso dei botanicals. Pensiamo, a titolo di esempio, alla grappa. La grappa è un altro distillato con un’antica tradizione di uso delle botaniche. Bacche, piante e resine ne conferiscono sentori unici. E’ però bene precisare che, quando si parla di botaniche nella grappa, è più corretto parlade di “infusione” Le botaniche più usate in infusione nelle grappe sono pino (soprattutto per le grappe di montagna), ruta, camomilla, liquirizia e mirtillo. In alcuni casi si utilizza addirittura il miele!
L’uso delle botaniche nei cocktail
Le botaniche possono inoltre essere utilizzate per personalizzare i cocktail creando drink sempre più sofisticati con particolari intercalari di sapore. Un modo sempre più apprezzato dai bartender di nuova generazione che amano rivisitare i cocktail classici o dare nuova vita a drink messi in disparte dalle mode del momento. Le botaniche permettono di sperimentare e conferire un tocco personale riuscendo a rendere noto il bartender che riesce a trovare la giusta combinazione di sentori e a fidelizzare la clientela.