La borragine (nome botanico: Borago officinalis) era nota sin dall’epoca dei romani come pianta della felicità e come stimolante per la mente e per il coraggio. Narrano antiche cronache che nel Medioevo le donne ne ricamassero la forma sulle vesti che dovevano indossare i loro cavalieri nei tornei o per andare alle crociate.
Oltre al suo indiscusso potere terapeutico e dalla sua qualità gastronomica, essa è anche una superba pianta ornamentale, la quale veniva coltivata per la sua spiccata bellezza nei giardini di Versailles durante il regno di Luigi XIV.
Si tratta di un’erbacea annuale appartenente alla famiglia delle borraginacee, con radice a fittone e fusto cavo e carnoso, alto circa 50 cm e ricoperto di peli biancastri; le foglie sono alterne, pelose e picciolate, mentre i fiori, che compaiono da maggio a settembre, rilucono di un blu violaceo e presentano un’elegante forma di stella. Essa può trovarsi allo stato selvatico prevalentemente lungo i margini delle strade e nei campi incolti, ma può essere coltivata facilmente per semente in luoghi a clima preferibilmente temperato: per la sua crescita rigogliosa predilige terreni calcarei e soleggiati.
Chiamata anche “borrana” o “boragine”, quest’erba possiede notevoli proprietà medicinali: in virtù del suo contenuto di mucillagine, è emolliente ed antiflogistica, oltre che decongestionante, tonica e diuretica. Se ne utilizzano le sommità fiorite, le foglie e i fusti, raccolti in estate.
Può essere somministrata attraverso decotto e infuso (nella quantità di circa un cucchiaio di foglie tritate per ogni tazza d’acqua), per combattere disturbi riguardanti l’apparato respiratorio e per stimolare la sudorazione, inducendo di conseguenza l’abbassamento della febbre. Con l’infuso è altresì possibile fare risciacqui in caso di infiammazioni della cavità orale e, aggiungendolo all’acqua del bagno, aiuta a decongestionare e a pulire la pelle dalle impurità.
È buona norma filtrare sempre in modo accurato i preparati a base di borragine in modo da eliminarne i peli. I fiori possono venir utilizzati appena sbocciati per la preparazione di un’antica ricetta assai particolare: si dispongano i fiori su una pergamena e si spazzolino con uno sciroppo denso di zucchero, usando un piccolo pennello; si cospargano quindi completamente di zucchero fuso, lasciandoli asciugare a temperatura ambiente finché non si induriscano; si conservino dunque (sempre tenendoli nella pergamena) in un barattolo a tenuta d’aria ed ecco ottenuti dei succulenti fiori canditi!
La borragine è tra le piante selvatiche più utilizzate in campo gastronomico: le foglie fresche possono venir aggiunte con successo alle insalate, anche se alcuni sostengono che sia meglio cuocerle, data la presenza su tutta la pianta della peluria, che può risultare coriacea. Sia i fiori che le foglie hanno un aroma molto delicato, simile a quello della zucca e possono quindi venir aggiunti al formaggio morbido o allo yogurt.