Chiamato anche “l’albero dei poeti”, l’alloro (nome botanico: Laurus nobilis) è originario del Mediterraneo e veniva usato dagli antichi greci e romani per incoronare i vincitori e gli eroi della letteratura; era il famoso lauro delle “corone d’alloro”, simbolo di saggezza e di gloria.
Nella Roma antica gli si attribuiva l’immane potere di tener lontani i fulmini. La tradizione popolare credeva fermamente che proteggesse dal diavolo, donando salute e felicità agli uomini. Inoltre, a causa del suo intenso profumo e delle sue notevoli proprietà antisettiche, veniva usato come erba con cui cospargersi, mentre attualmente i suoi olii naturali sono ingredienti importanti nella preparazione di varie ricette mediche.
Considerato dai greci “l’albero del dio Apollo, l’alloro è un albero perenne con il tronco liscio dalla corteccia nera, con foglie lanceolate e coriacee dal color verde scuro; i fiori sono bianco-giallastri ed il frutto è costituito da una bacca simile a una piccola oliva verde, che diviene nero-bluastra con la maturazione.
Appartenente alla famiglia delle lauracee, fiorisce in primavera e si riproduce per semina o per talea; cresce spontaneo nell’area mediterranea, lungo le coste tirreniche, adriatiche, in Sardegna e al Nord, in prossimità dei laghi.
Tra i suoi componenti essenziali vi sono il tannino, il geraniolo, il linalolo, olio volatile e principi amari; le parti della pianta utilizzati in fitoterapia sono le foglie e le bacche.
Contro l’indigestione e per evitare le fermentazioni, è molto efficace l’infuso di foglie secche, nella quantità di 15 grammi per scodella d’acqua; per combattere l’affaticamento, la stanchezza e il raffreddore, invece, ottimale è il decotto, facendo bollire per circa 5 minuti 10 grammi di foglie secche per ogni tazza d’acqua (da assumere 3 volte al giorno); l’olio essenziale d’alloro viene usato come rimedio esterno per contrastare dolori reumatici, distorsioni e slogature.
Può essere altresì impiegato per la sua qualità aromatica in un bagno profumato, ponendo 2 manciate di foglie lasciate in infusione per 1 ora in acqua bollente. Le foglie, sia fresche che seccate, vengono molto usate in cucina, per aromatizzare molti cibi: le foglie fresche sono piuttosto amare ed hanno un odore assai penetrante; alcuni preferiscono adoperarle dopo averle fatte appassire per qualche giorno, poiché in tal modo perdono quasi tutto il sapore amaro, conservando però l’inconfondibile profumo.
Oltre all’impiego per arricchire il gusto di vari piatti, l’alloro si può far bollire nel latte per aggiungere aroma alle creme e alle panne; oltre a ciò, le bacche, pressate o distillate, danno uno spesso olio verdastro che viene usato in liquoreria. L’alloro non andrebbe confuso con il lauroceraso (Prunus Laurocerasus) come invece avviene in alcuni testi; quest’ultimo si differenzia per il suo amaro aroma di mandorla. Molti libri di cucina indiana indicano le foglie d’alloro come un’equivalente delle foglie essiccate di cassia, ma in realtà le prime non dovrebbero mai venir usate nella preparazione del curry.