Appartenente alla famiglia delle composite, l’assenzio (nome botanico: Artemisia absinthium) è un parente stretto del dragoncello (Artemisia dracunculus), dell’abrotano (Artemisia abrotanum) e dell’artemisia (Artemisia vulgaris).
In realtà vi sono molte altre specie di assenzio e, nella sola costa della Riviera ligure e francese, ne crescono almeno una decina: l’assenzio gentile (Artemisia Pontica) è una di queste ed è particolarmente usata nella produzione di vermut. Conosciuto fin dai tempi degli antichi Egizi, in passato l’assenzio era considerato una panacea.
Per migliaia di anni venne utilizzato come medicinale contro i vermi e nella preparazione di varie bevande e vini d’erbe. Nel medioevo si credeva che il decotto di assenzio e ruta, con l’aggiunta di sale e pepe, purgasse gli umori dannosi ed indigesti dello stomaco; inoltre, sembra fosse un efficace repellente contro le zanzare, se tritato nell’aceto ed applicato sulla pelle.
Assai curioso il fatto che una mistura di vino e assenzio fosse anticamente ritenuta un infallibile rimedio contro il mal di mare ed un antidoto efficace contro i morsi velenosi. Si racconta altresì che, nell’antichità, quest’erba venisse spalmata con miele sugli occhi per schiarire la vista ed applicata con successo sulle contusioni. La superstizione popolare afferma che l’assenzio, se annusato o posto sotto il capo, assicuri un sonno tranquillo e profondo, a condizione che il malato non si accorga di tale sotterfugio.
Esso cresce spontaneo, dal mare alla montagna, ma può anche essere coltivato, ed è diffuso in Europa e in Asia. Si tratta di un’erba aromatica amara, con fogliame grigio ricoperto da una sottile peluria e fiori gialli, i quali compaiono da giugno a settembre; presenta una radice fittonante ed un fusto eretto, che può raggiungere il metro d’altezza.
In ambito erboristico e medicinale questa pianta è largamente utilizzata per le sue preziose proprietà toniche, stimolanti, aperitive, vermifughe, antielmintiche, antipiretiche ed emmenagoghe. Ne vengono impiegate le sommità fiorite e le foglie, fatte seccare in luogo ombroso e ventilato.
Può essere assunto mediante infuso, decotto, macerato, ma anche sotto forma di vino o birra, per stimolare l’appetito, favorire la digestione e in caso di febbre e di mestruazioni dolorose. Poiché il suo olio essenziale è tossico, l’abuso di bevande ricche di assenzio può provocare una grave intossicazione chiamata absintismo.
Come rimedio per uso esterno è possibile preparare dei cataplasmi o dei clisteri di infuso d’assenzio ed aglio, contro i vermi intestinali; con il decotto invece si possono fare delle compresse per arginare ferite o piaghe.
A scopo alimentare viene adoperato come aromatizzante per preparare alcuni condimenti e liquori. Come distillato l’assenzio ha una gradazione alcolica molto elevata ed una storia molto particolare, tanto da essere definito la “bevanda dei poeti maledetti”.
Questa pianta dai molteplici impieghi, può essere usata anche per combattere le pulci dei cani e le cocciniglie del giardino; essiccata, inoltre, è un eccellente antitarmico per gli armadi.