Narra Ovidio nelle “Metamorfosi“, di un turreo stelo, ovvero di uno stelo d’incenso. Leggendo, senza sapere che i Greci usavano bruciare rametti di rosmarino per profumare la casa, potremmo non pensare a quella che a noi pare una umile pianta, sia pur dal profumo davvero particolare.
Ma un cespuglio di rosmarino in fiore, dai mille delicati fiorellini azzurri, è bellissimo a vedersi e perché sia così bello ce lo racconta proprio Ovidio.
Apollo, il dio della luce, si era innamorato perdutamente della principessa Leucotoe, figlia del Re di Persia. Per poterla raggiungere all’interno del palazzo, Apollo prese le sembianze della madre della principessa, e una volta restato solo con lei nella stanza, svelò il suo vero volto alla giovane e la sedusse.
Quando il padre di Leucotoe venne a sapere dell’accaduto, fece sotterrare la principessa in una fossa profonda, coprendola di sabbia.
A nulla valsero gli sforzi del dio, che tentava con i suoi raggi di sole di liberarla dalla tremenda fossa.
Vedendo la inutilità dei suoi sforzi, Apollo si rifiutò di lasciare il corpo dell’amata in tale tremenda situazione, e giurò che, in un modo o nell’altro, Leucotoe sarebbe uscita dalla sua tomba, di nuovo verso l’aria, la luce, i raggi del sole che l’avrebbero sempre amata.
Si scioglie la principessa, liberandosi dalla tomba, affondando radici e, lentamente, squarciando la tomba ed innalzandosi verso il cielo come un turreo stelo, ovvero uno stelo profumato come un incenso, di nuovo avrebbe mostrato agli occhi del dio la sua delicata bellezza ed il dio del sole, sempre l’avrebbe amata donandole vita con i suoi caldi raggi.
Per questo la pianta di rosmarino ama il sole, il suo amato, e per questo la pianta di rosmarino mette radici nella terra sabbiosa e là dove parrebbe non poter nascere alcuna pianta, la meraviglia di colore delicato e intenso profumo di un cespuglio di rosmarino ancora narra d’una antica, leggendaria storia d’amore fra dei e uomini.